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Maleducazione o nuova norma sociale?
Thread poster: Mario Cerutti
Tom in London
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loro? Noi? Jul 20, 2023

monica.m wrote:


.... loro danno del tu a noi


E se sono italiani?


Tony Keily
 
il barbaro
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E se fosse solo una questione di istruzione? Jul 21, 2023

In fondo, declinare i verbi, specie i congiuntivi, in terza persona non è facile. Un tempo, alle elementari, si insegnava, per esempio, che la particella pronominale femminile era "le", non "gli" e alle maestre e ai più rari maestri ci si rivolgeva anteponendo il signora/signor e usando la forma di cortesia. Cioè si apprendeva a usarla da bambini. Come per la forma di cortesia si usava molta attenzione per (non tanto) piccole forme grammaticali come l'uso dell'apostrofo (qualcun'altro o pò, ... See more
In fondo, declinare i verbi, specie i congiuntivi, in terza persona non è facile. Un tempo, alle elementari, si insegnava, per esempio, che la particella pronominale femminile era "le", non "gli" e alle maestre e ai più rari maestri ci si rivolgeva anteponendo il signora/signor e usando la forma di cortesia. Cioè si apprendeva a usarla da bambini. Come per la forma di cortesia si usava molta attenzione per (non tanto) piccole forme grammaticali come l'uso dell'apostrofo (qualcun'altro o pò, per esempio, erano classici errori blu), Carducci non avrebbe mai scritto "Davanti San Guido" e la g in "Lessico famigliare" provocò la sollevazione di tanti docenti di lettere.
La semplificazione della lingua, cioè, segue spesso esigenze di adeguamento a un livellamento verso il basso dell'uso di essa e della padronanza delle sue regole.
Quanto al "voi", sono contento che l'uso nella comunicazione interpersonale sia scomparso. Soprattutto perché era stato imposto in tempi che, ahimè, pensavo fossero passati. Il loro ritorno, invece, con relativo carico di falsità storiche, è anch'esso segno di un declino culturale: studiare pesa e non ci sono scorciatoie.
Un'ultima cosa: quando cominciai a tradurre, 42 anni fa, mi sono imbattei in un passaggio che mi costrinse a riscrivere pagine e pagine perché solo a metà del romanzetto rosa che mi era stato affidato la protagonista riferì a un altro personaggio che con il protagonista erano passati a "first-name terms".

[Edited at 2023-07-21 08:03 GMT]
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Mayumi Sasao
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Forse "tu" ha una sfera ampia in Italiano Jul 21, 2023

Vivo in Italia (precisamente a Roma) da più di 30 anni. Mi dava fastidio quando una persona sconosciuta mi dava del tu ed è così tutt'ora in certi casi (per esempio, in farmacia, quando una giovane farmacista mi dà del tu). Mi chiedevo se questo avveniva dal fatto che sono straniera non europea, e ora vedo che capita anche agli italiani "grandi" o non.
Ho studiato la lingua francese e noto che quando un'agenzia francese mi contatta, mi danno sempre del "vous", mentre in Italia, spesso
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Vivo in Italia (precisamente a Roma) da più di 30 anni. Mi dava fastidio quando una persona sconosciuta mi dava del tu ed è così tutt'ora in certi casi (per esempio, in farmacia, quando una giovane farmacista mi dà del tu). Mi chiedevo se questo avveniva dal fatto che sono straniera non europea, e ora vedo che capita anche agli italiani "grandi" o non.
Ho studiato la lingua francese e noto che quando un'agenzia francese mi contatta, mi danno sempre del "vous", mentre in Italia, spesso mi danno spesso del tu soprattutto dopo qualche scambio di email con "Lei".
Suppongo che usano "tu" in una sfera più ampia ora, sembra che usano "tu" come usassero "you" in inglese.
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Elisa Bottazzi
 
Tom in London
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Offensivo? Jul 21, 2023

Mayumi Sasao wrote:

Vivo in Italia (precisamente a Roma) da più di 30 anni. Mi dava fastidio quando una persona sconosciuta mi dava del tu ed è così tutt'ora in certi casi (per esempio, in farmacia, quando una giovane farmacista mi dà del tu). Mi chiedevo se questo avveniva dal fatto che sono straniera non europea.....


Temo che si tratti di un ennesimo esempio del razzismo di cui molti italiani neanche si preoccupano.

Una volta sono entrato in un negozio a Firenze con una carissima amica, italianissima nata a Siena, di madre italiana e padre ghanaino e quindi di pelle scura. Mentre lei si distraeva a guardare la merce il commerciante ha intavolato discorso con me (bianco di pelle) raccontando un sacco di cavolate su "loro" indicando la mia amica e presumendo che io condividessi il medesimo schifoso razzismo. Un episodio disdicevole che non ho mai dimenticato.

[Edited at 2023-07-21 17:45 GMT]


Tony Keily
 
monica.m
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. Jul 22, 2023

Trovate che in Inghilterra o in altri paesi sia diverso?

Potrei raccontare altrettanti episodi analoghi che riguardano italiani all'estero.

Io direi Anche Basta addossare agli italiani ogni colpa.






Tom in London wrote:

Mayumi Sasao wrote:

Vivo in Italia (precisamente a Roma) da più di 30 anni. Mi dava fastidio quando una persona sconosciuta mi dava del tu ed è così tutt'ora in certi casi (per esempio, in farmacia, quando una giovane farmacista mi dà del tu). Mi chiedevo se questo avveniva dal fatto che sono straniera non europea.....


Temo che si tratti di un ennesimo esempio del razzismo di cui molti italiani neanche si preoccupano.

Una volta sono entrato in un negozio a Firenze con una carissima amica, italianissima nata a Siena, di madre italiana e padre ghanaino e quindi di pelle scura. Mentre lei si distraeva a guardare la merce il commerciante ha intavolato discorso con me (bianco di pelle) raccontando un sacco di cavolate su "loro" indicando la mia amica e presumendo che io condividessi il medesimo schifoso razzismo. Un episodio disdicevole che non ho mai dimenticato.

[Edited at 2023-07-21 17:45 GMT]


[Modificato alle 2023-07-22 12:45 GMT]


 
Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
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Succede anche a me Jul 23, 2023

Mayumi Sasao wrote:

Vivo in Italia (precisamente a Roma) da più di 30 anni. Mi dava fastidio quando una persona sconosciuta mi dava del tu ed è così tutt'ora in certi casi (per esempio, in farmacia, quando una giovane farmacista mi dà del tu). Mi chiedevo se questo avveniva dal fatto che sono straniera non europea, e ora vedo che capita anche agli italiani "grandi" o non.
Ho studiato la lingua francese e noto che quando un'agenzia francese mi contatta, mi danno sempre del "vous", mentre in Italia, spesso mi danno spesso del tu soprattutto dopo qualche scambio di email con "Lei".
Suppongo che usano "tu" in una sfera più ampia ora, sembra che usano "tu" come usassero "you" in inglese.


Italiani e spagnoli mi danno del tu, i francesi sempre vous, è cosi.
Non lo vedo offensivo, sono italiana.


 
monica.m
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Sempre gli italiani Jul 23, 2023

Trovate che in Inghilterra o in altri paesi sia diverso?

Potrei raccontare altrettanti episodi analoghi che riguardano italiani all'estero.



Tom in London wrote:

Mayumi Sasao wrote:

Vivo in Italia (precisamente a Roma) da più di 30 anni. Mi dava fastidio quando una persona sconosciuta mi dava del tu ed è così tutt'ora in certi casi (per esempio, in farmacia, quando una giovane farmacista mi dà del tu). Mi chiedevo se questo avveniva dal fatto che sono straniera non europea.....


Temo che si tratti di un ennesimo esempio del razzismo di cui molti italiani neanche si preoccupano.

Una volta sono entrato in un negozio a Firenze con una carissima amica, italianissima nata a Siena, di madre italiana e padre ghanaino e quindi di pelle scura. Mentre lei si distraeva a guardare la merce il commerciante ha intavolato discorso con me (bianco di pelle) raccontando un sacco di cavolate su "loro" indicando la mia amica e presumendo che io condividessi il medesimo schifoso razzismo. Un episodio disdicevole che non ho mai dimenticato.

[Edited at 2023-07-21 17:45 GMT]


 
Tom in London
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Infatti Jul 23, 2023

monica.m wrote:


Trovate che in Inghilterra o in altri paesi sia diverso?

Potrei raccontare altrettanti episodi analoghi che riguardano italiani all'estero.



Sì infatti gli italiani - almeno quelli che si trasferiscono qui a Londra - non cambiano atteggiamento. Non voglio generalizzare ma ne ho conosciuto tanti.


 
Cecilia Civetta
Cecilia Civetta  Identity Verified
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? Jul 23, 2023

In che senso "non cambiano atteggiamento"?

Tom in London wrote:

monica.m wrote:


Trovate che in Inghilterra o in altri paesi sia diverso?

Potrei raccontare altrettanti episodi analoghi che riguardano italiani all'estero.



Sì infatti gli italiani - almeno quelli che si trasferiscono qui a Londra - non cambiano atteggiamento. Non voglio generalizzare ma ne ho conosciuto tanti.


 
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Chiusura Jul 23, 2023

Cecilia Civetta wrote:

In che senso "non cambiano atteggiamento"?



Rimangono chiusi nei confronti di altri di etnia diversa. Si frequentano esclusivamente tra loro e ostentano a parlare in italiano.


 
Mario Cerutti
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In Inghilterra e in altri paesi Jul 23, 2023

Tpm in London wrote:
Sì infatti gli italiani - almeno quelli che si trasferiscono qui a Londra - non cambiano atteggiamento. Non voglio generalizzare ma ne ho conosciuto tanti.

Forse Monica intendeva dire che esempi di razzismo – non necessariamente solo a parole, aggiungo io – ci sono anche in Inghilterra e in altri paesi, ove gli italiani e altre genti sono le vittime.

Probabilmente tutti avremmo esperienze dirette di razzismo da raccontare, che però non c'entrano con il tema in discussione che, ricordo, riguarda la tendenza dei giovani italiani di oggi a dare del tu a tutti.

[Edited at 2023-07-24 05:01 GMT]

[Edited at 2023-07-24 06:49 GMT]


Cecilia Civetta
Wolfgang Schoene
monica.m
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Maria Teresa Borges de Almeida
 
monica.m
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Momento nostalgia Jul 25, 2023

Un altro aspetto svantaggioso del Tu secondo me è il fatto che eventuali criticità nell'ambito del lavoro (una volta si chiamavano più sinceramente critiche o anche semplicemente osservazioni) possono essere prese sul piano personale invece che professionale: ma come siamo "amici" (perché sono gli amici che si danno del tu) e tu osi criticarMi, e non come sarebbe, sempre professionalmente più corretto pensare, criticare il mio lavoro o il mio comportamento.

Insomma, io credo
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Un altro aspetto svantaggioso del Tu secondo me è il fatto che eventuali criticità nell'ambito del lavoro (una volta si chiamavano più sinceramente critiche o anche semplicemente osservazioni) possono essere prese sul piano personale invece che professionale: ma come siamo "amici" (perché sono gli amici che si danno del tu) e tu osi criticarMi, e non come sarebbe, sempre professionalmente più corretto pensare, criticare il mio lavoro o il mio comportamento.

Insomma, io credo che sul lavoro il Lei sia più sano, utile, educativo e rispettoso.

Non vado oltre per non essere noiosa, come lo è il Lei, del resto, ormai percepito come scomodo, meno simpatico, anziano e obsoleto.

Ma come tante cose che abbiamo abbandonato perché scomode, erano tanto più eleganti, meno classiste (_tutti_ gli adulti si davano del lei, se non già entrati in confidenza) e alla fine ci assicuravano una maggiore _libertà_.

Peccato (fine momento boomer nostalgia ...:)...






Mario Cerutti wrote:

Tpm in London wrote:
Sì infatti gli italiani - almeno quelli che si trasferiscono qui a Londra - non cambiano atteggiamento. Non voglio generalizzare ma ne ho conosciuto tanti.

Forse Monica intendeva dire che esempi di razzismo – non necessariamente solo a parole, aggiungo io – ci sono anche in Inghilterra e in altri paesi, ove gli italiani e altre genti sono le vittime.

Probabilmente tutti avremmo esperienze dirette di razzismo da raccontare, che però non c'entrano con il tema in discussione che, ricordo, riguarda la tendenza dei giovani italiani di oggi a dare del tu a tutti.

[Edited at 2023-07-24 05:01 GMT]

[Edited at 2023-07-24 06:49 GMT]
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Giuritrad S.A.S. Traduzioni Giurate
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Dare del lei o dare del tu Jul 31, 2023

Mario Cerutti wrote:
È da un po’ che volevo chiederlo, soprattutto a chi vive in Italia.
Anch’io sono italiano, ma in Italia non ci torno spesso, Ricordo però che nel 1997, quando la lasciai, due persone che s’incontravano o sentivano al telefono per la prima volta si davano del lei. Ricordo che facevano così anche le agenzie di traduzioni la prima volta che mi scrivevano.
L’ultima volta che sono stato in Italia, circa sette anni fa, nei bar i giovani camerieri mi salutavano pressappoco così: «Ciao, cosa prendi?». Non potevano certo non notare la graaaande differenza di età.
Ho l’impressione che siano soprattutto i giovani a usare questo (per me) nuovo modo di fare, e molte agenzie di traduzioni non fanno eccezione dato il numero di project manager che mi trattano come se fossimo vecchi amici.
Più che risentirmi (non ho le idee chiare) sono sorpreso. Vivendo tra i giapponesi, che sono così formali (o formalmente rispettosi a seconda di come la si vuol vedere), anch'io forse sono diventato più rigido nei rapporti sociali. Ma, visto che si tratterebbe di un fenomeno tutto italiano, è meglio che mi ci abitui? È forse tornato di moda il “tu” romano? o è solo un modo per facilitare la comunicazione rendendola più trasversale?


Ciao Mario, quanto tempo!
Proprio l'altro giorno commentavo la stessa cosa. Tu abiti in Giappone da tantissimi anni, così come io abito in Italia da ormai 36 anni.

Molto spesso, per lavoro, sono contattata da potenziali clienti spagnoli che subito mi danno del tu. Non capita lo stesso con gli italiani.
Conosco la mia gente e so di per certo che in Spagna quasi sempre (per non dire sempre) si da del tu, senza che questo significi mancare di rispetto, eppure io non mi trovo più a mio agio.

Negli ultimi 25 anni vivo nel Veneto, dove ancora sussiste molta formalità nei rapporti; fatto sta che io non mi abituo più al "tu", e francamente mi da fastidio, soprattutto se a contattarmi sono ragazzuoli di cui potrei essere tranquillamente la mamma o la nonna.

Credo che non si tratti di "evoluzione della lingua" quanto piuttosto di differenze culturali. Devo dire che togliendo di sana pianta il "lei", si perde a mio avviso un importante strumento di comunicazione. Fra l'altro, non mi sembra che la familiarità - soprattutto nei rapporti di lavoro - sia sempre positiva, anzi. È importante anche mantenere le distanze. Il lei spesso aiuta ad usare un registro più formale e più professionale e persino può evitare più di un litigio! Non si tratta di gerarchie, sia chiaro, ma di preservare i ruoli di ciascuno. Dare del lei, quando la lingua lo consente, facilita questo tipo di comunicazione.

Quindi quando qualcuno al lavoro mi da del tu, io continuo imperterrita a dare del lei, a meno che non lo si concordi prima.
Viceversa, quando si stabilisce una certa confidenza con l'interlocutore, faccio fatica a continuare a dare del lei.

L'altro giorno ho letto su un giornale spagnolo un articolo che parla proprio di questo. Mi era sembrato interessante e praticamente concordavo su tutto.

https://www.lavanguardia.com/estilos-de-vida/20121102/54354733397/el-usted-agoniza.html?fbclid=IwAR3oP0osgyvjquJ4VqDcslG3m4IGUf6No3g3KluKkx5AGsxN2RR3KbKgljk

Sarà anche l'età?

María José Iglesias



[Modificato alle 2023-07-31 12:37 GMT]


Cecilia Civetta
Susanna Martoni
Mario Cerutti
monica.m
mariant
 
Susanna Martoni
Susanna Martoni  Identity Verified
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+ ...
Agonie Jul 31, 2023

Traduzioni Asseverate wrote:


Credo che non si tratti di "evoluzione della lingua" quanto piuttosto di differenze culturali. Devo dire che togliendo di sana pianta il "lei", si perde a mio avviso un importante strumento di comunicazione. Fra l'altro, non mi sembra che la familiarità - soprattutto nei rapporti di lavoro - sia sempre positiva, anzi. È importante anche mantenere le distanze. Il lei spesso aiuta ad usare un registro più formale e più professionale e persino può evitare più di un litigio! Non si tratta di gerarchie, sia chiaro, ma di preservare i ruoli di ciascuno. Dare del lei, quando la lingua lo consente, facilita questo tipo di comunicazione.

Quindi quando qualcuno al lavoro mi da del tu, io continuo imperterrita a dare del lei, a meno che non lo si concordi prima.
Viceversa, quando si stabilisce una certa confidenza con l'interlocutore, faccio fatica a continuare a dare del lei.

L'altro giorno ho letto su un giornale spagnolo un articolo che parla proprio di questo. Mi era sembrato interessante e praticamente concordavo su tutto.

https://www.lavanguardia.com/estilos-de-vida/20121102/54354733397/el-usted-agoniza.html?fbclid=IwAR3oP0osgyvjquJ4VqDcslG3m4IGUf6No3g3KluKkx5AGsxN2RR3KbKgljk

Sarà anche l'età?

María José Iglesias



Quando si omette una definizione (un esempio è anche quello di "signorina") è un po' come se si negasse l'esistenza dei livelli intermedi per passare a una orizzontalità più immediata e semplificata.

E come sempre molto dipende dal contesto (dall'ambiente) che ci circonda e dagli attori coinvolti.

Articolo molto interessante in effetti!
Ho indicato un link anche nella parte spagnola del mio sito.

Quanti spunti.

Un saluto


 
Giovanni Guarnieri MITI, MIL
Giovanni Guarnieri MITI, MIL  Identity Verified
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Member (2004)
English to Italian
Premesso che ormai sono vecchiotto... Aug 1, 2023

ma nessuno mi ha mai dato del tu in Italia... non so se rallegrarmene o meno...

 
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Maleducazione o nuova norma sociale?






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